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la vita di Alberto, uno dei fiori di Vernal
Testimonianze

la vita di Alberto, uno dei fiori di Vernal

La vita dei nostri ragazzi è la migliore delle testimonianze che possiamo raccogliere e se riusciamo ad aiutare questi ragazzi abbiamo raggiunto il nostro scopo. Ecco la storia di Alberto, raccontata da lui.


Ciao, sono io, Alberto.

Potrei introdurmi diversamente, dirvi chi sono, cosa faccio, quanti anni ho, ma in realtà non sono altro che un ragazzo adesso, ed un bambino (qualche anno fa), che come molti altri ha sofferto, e soffre ancora di Cheratongiuntivite Vernal, di una malattia che fino a 15 anni fa o giù di lì non era riconosciuta. La mia infanzia non è stata facilissima proprio da questo punto di vista. Io, insieme a i miei genitori e mio fratello gemello, combattevamo contro qualcosa di invisibile. Abbiamo visitato posti magnifici, da Firenze a Roma a Verona, anche se a dir la verità, avrei preferito trovarmi in quelle città in veste di turista.

Quel nemico invisibile inevitabilmente mi ha portato via alcuni momenti “sacri” per un bambino, dalla gita con i compagni delle elementari alle mattinate passate sulla spiaggia. Non ricordo molto di quel periodo tremendo, la mia mente deve aver fatto tabula rasa. Ciò che è rimasto impresso nella mia mente è la tristezza, il dolore che provavo io, ed anche quello della mia famiglia. Ricordo la frustrazione di chi chiedeva un’opportunità di combattere, ma esattamente cosa?

Tornati dal nostro tour particolare in mezza Italia, è entrata in gioco una delle più grandi verità della vita: se vuoi avere un’opportunità di combattere e di vincere, devi giocare di squadra. Ricordo i primi incontri, le esperienze condivise, i percorsi che accomunavano tanti noi bambini, tanti ragazzi e di conseguenza tanti genitori. L’associazione Fiori di Vernal è nata così, da genitori che non avevano mai smesso di cercare, di lottare, ed è nata grazie ad alcuni eroi, capaci di ascoltare e di andare oltre le verità già conosciute.

Da lì è cambiato tutto, adesso non ero solo, non mi sentivo più diverso da tutti gli altri bambini della mia età. I convegni erano le occasioni per un bambino timido come me di ritrovare amici lontani, con cui però condividevo una parte di me.

Nel frattempo sono cresciuto, ho fatto esperienze che diversamente non avrei mai immaginato di fare, ho giocato a calcio nello stadio dei miei beniamini, ho viaggiato tanto, ho studiato all’estero, sono diventato rappresentante della mia scuola, potendo perennemente contare su qualcosa, o meglio su qualcuno (perchè l’associazione siamo noi, siete voi), che mi avrebbe continuamente spinto a fare meglio, a fare di più.

Adesso studio Ingegneria a Torino, sono cresciuto, e negli anni ho conosciuto tanti altri ragazzi come me, con i miei stessi problemi. La differenza è che adesso siamo in tanti e che il nostro nemico non è più un mister x.

E gli occhi?

Hanno continuato a darmi filo da torcere, con la differenza che ormai sapevo e tutt’ora so come contrattaccare. E’ stata e continuerà ad essere una sfida colpo a colpo, ma ho già un’idea su chi sarà il vincitore.

Questa è la mia storia, ma potrebbe anche essere la tua storia.

Da un ragazzo che ci ha creduto.

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